Google Profile
di Gianluigi Peccerillo
La gestione delle informazioni, è cosa nota, risulta ormai cruciale per i servizi web. Riuscire ad ottimizzare il flusso di dati ottenibili dai profili degli utenti è forse la componente principale del vantaggio competitivo per il business on-line.
Google, ormai da tempo una delle realtà più dinamiche del panorama web, creatura onnivora la cui natura travalica la semplice funzione di motore di ricerca per estendersi ad ambiti sempre più variegati, sta per lanciare Google Profile, un nuovo sistema centralizzato per la gestione dei profili dei suoi utenti.
Lo scopo principale di tale sistema sarà quello di raccogliere informazioni personalizzate sull’uso dei servizi Google da parte di ogni singolo utente. Una volta raccolte queste informazioni, il sistema Google Profile le metterà in condivisione con gli altri prodotti Google.
In questo modo, il sistema permetterà ad ogni utente di essere rapidamente identificato dagli altri fruitori di servizi offerti dal gigante di Mountain View.
Google Profile si propone quindi come una sorta di “biglietto da visita” digitale, una maniera per presentarsi ad altri utenti, facilitando così lo scambio di informazioni tra i fruitori di servizi Google che trovano i rispettivi profili reciprocamente interessanti. E' stato definito una sorta di “carta d’identità” virtuale, in quanto consente di inserire alcuni cenni biografici e i riferimenti al proprio indirizzo email e al proprio blog.
All’interno dei profili gli utenti potranno inserire un nickname, foto, una propria descrizione, occupazione, residenza. Ciò che sembra interessante di questa iniziativa è il tentativo di unire l’utilità di una gestione sistematica delle informazioni ad un servizio offerto agli utenti.
La necessità per il business on-line di garantirsi un flusso di dati sui propri utenti per attuare adeguate politiche di personalizzazione delle offerte, ricorre in questo caso non al recupero coatto delle informazioni, o alla richiesta delle stesse informazioni come contropartita per l’offerta di un servizio.
Il salto di qualità, se vogliamo, è dato dal fatto che con Google profile si incentiva l’utente a fornire le proprie informazioni, in quanto ciò risulta utile anzitutto allo stesso utente.
Il paradigma del permission marketing è capovolto: è l’utente che chiede di poter inserire i propri dati. Google, con questo sistema, aspira a diventare punto di riferimento per un numero sempre maggiore di utenti.
Come già per YouTube, la filosofia dovrebbe essere quella di un’affermazione di presenza: “il mio profilo è in Google Profile, dunque esisto…sul web”.
Links:
www.google.com/help/profile/
www.tuxjournal.net/