sabato 22 dicembre 2007

Google Profile

di Gianluigi Peccerillo

La gestione delle informazioni, è cosa nota, risulta ormai cruciale per i servizi web. Riuscire ad ottimizzare il flusso di dati ottenibili dai profili degli utenti è forse la componente principale del vantaggio competitivo per il business on-line.
Google, ormai da tempo una delle realtà più dinamiche del panorama web, creatura onnivora la cui natura travalica la semplice funzione di motore di ricerca per estendersi ad ambiti sempre più variegati, sta per lanciare Google Profile, un nuovo sistema centralizzato per la gestione dei profili dei suoi utenti.

Lo scopo principale di tale sistema sarà quello di raccogliere informazioni personalizzate sull’uso dei servizi Google da parte di ogni singolo utente. Una volta raccolte queste informazioni, il sistema Google Profile le metterà in condivisione con gli altri prodotti Google.
In questo modo, il sistema permetterà ad ogni utente di essere rapidamente identificato dagli altri fruitori di servizi offerti dal gigante di Mountain View.

Google Profile si propone quindi come una sorta di “biglietto da visita” digitale, una maniera per presentarsi ad altri utenti, facilitando così lo scambio di informazioni tra i fruitori di servizi Google che trovano i rispettivi profili reciprocamente interessanti. E' stato definito una sorta di “carta d’identità” virtuale, in quanto consente di inserire alcuni cenni biografici e i riferimenti al proprio indirizzo email e al proprio blog.
All’interno dei profili gli utenti potranno inserire un nickname, foto, una propria descrizione, occupazione, residenza. Ciò che sembra interessante di questa iniziativa è il tentativo di unire l’utilità di una gestione sistematica delle informazioni ad un servizio offerto agli utenti.

La necessità per il business on-line di garantirsi un flusso di dati sui propri utenti per attuare adeguate politiche di personalizzazione delle offerte, ricorre in questo caso non al recupero coatto delle informazioni, o alla richiesta delle stesse informazioni come contropartita per l’offerta di un servizio.

Il salto di qualità, se vogliamo, è dato dal fatto che con Google profile si incentiva l’utente a fornire le proprie informazioni, in quanto ciò risulta utile anzitutto allo stesso utente.
Il paradigma del permission marketing è capovolto: è l’utente che chiede di poter inserire i propri dati. Google, con questo sistema, aspira a diventare punto di riferimento per un numero sempre maggiore di utenti.
Come già per YouTube, la filosofia dovrebbe essere quella di un’affermazione di presenza: “il mio profilo è in Google Profile, dunque esisto…sul web”.

Links:
www.google.com/help/profile/
www.tuxjournal.net/

sabato 8 dicembre 2007

Vetrine interattive: la nuova frontiera del marketing di prossimità

di Valentina Cerciello



Si parla ormai sempre più insistentemente del Marketing di prossimità riferendosi quasi esclusivamente all'utilizzo del Bluetooth.
Grazie a questa tecnologia è possibile quasi "toccare" il potenziale cliente con il proprio messaggio pubblicitario. I luoghi maggiormente usati per questo tipo di iniziative sono fermate autobus o comunque punti di ritrovo quali locali, ristoranti e discoteche.

Curioso è invece il modo in cui è stata utilizzata questa tecnica a New York dalla Elle MacPherson Intimates. Siamo di fronte a vetrine interattiva che, tramite alcune tecnologie, sono in grado di comprendere sulla base di valori quali altezza, lunghezza del passo ed altri, se chi sta passando in quel momento è un bambino o un adulto, o quanto tempo viene passato davanti alla vetrina, restituendo comunicazioni diversificate e dati importanti.

Il risultato è interessante e divertente. Ma la cosa più importante, almeno dal punto di vista pubblicitario, è che chiunque passi davanti alle vetrine è portato a dare almeno un'occhio a quanto succede.